RINGRAZIAMENTI


 
Ponzone , 09-07-2017
 
Cari Amici Pellegrini,
alla fine di questo Cammino, dopo aver decantato anche le ultime emozioni, sento che vi devo alcune riflessioni.
Premetto, ma lo avrete già capito da voi, che parlare, specialmente in pubblico è sicuramente la cosa che mi riesce peggio. Preferisco camminare, meglio se nel silenzio.
Devo però ringraziare tutti voi di aver partecipato a questo Cammino che ha permesso di conoscerci, condividendo momenti di spensieratezza a momenti più intensi, intimi, privati e personali. Tutto ciò penso, sia stato utile perché è servito ad arricchire entrambi con diverse e sempre nuove esperienze di vita.
Organizzare questo tipo di Cammino-Pellegrinaggio, credetemi non è semplice e tanto meno facile. Impegnare persone e cercare poi di rispettare certi orari per non rubare il tempo a coloro che ce lo dedicano, è a volte per me sinonimo di ansia, che forse a volte non sono stato in grado di controllare e di questo vi chiedo scusa.
Il filo che lega questo Cammino è la devozione alla Madonna Nera, così radicata nel nostro territorio che farò di tutto per la sua valorizzazione. Vi ringrazio a tal proposito dei bei momenti di preghiera condivisa che ci ha fatto capire che è possibile incontrare Dio lungo le strade polverose e non solo nelle chiese.
Amo questa Terra e ho grande rispetto per tutto ciò che chi, prima di noi ha costruito con la sola forza della Fede e con enormi sacrifici e che oggi purtroppo in alcuni casi, anno dopo anno l’incuria, la negligenza e mille altri fattori porteranno all’implosione di certi edifici sacri e le loro macerie copriranno e seppelliranno per sempre la loro memoria e il nostro passato.
Spero tanto, per quel che potrà servire, che questo Cammino possa rendere visibili e sensibilizzare certi aspetti, stimolando l’attenzione di tutti. Continuerò ad essere "custode" di tutto ciò, perché "Dio ama chi fa, chi cerca e crede nell’amore verso l’altro e cerca di metterlo in pratica nella semplice vita quotidiana, chi vive il Vangelo per la strada, sotto il cielo, cercando il buono che c’è in ogni cosa e in ogni strada"(Gigi Verdi Fraternità di Romena)
 
Un grande GRAZIE va sicuramente a Bruno, che oltre che ad aiutarci nella logistica, è stato il primo sostenitore di questo Cammino, tanto da proporlo e poi organizzarlo come Cammino di Confraternita nel 2016 e continua ad esserlo, ogni anno di più nonostante gli impegni e i carichi di lavoro che deve sopportare.
Grazie a Maurizio ed Ampelia, a Franca, al diacono Federico. Grazie a Cristina, Anna, e a Pierluciano diacono di Postua. Grazie a Cesare che ogni anno ci incanta con i tesori di Guardabosone e come non ringraziare Nuccia, che con i suoi 90 anni è la gelosa custode del piccolo oratorio della Serra.
Grazie alle suore Clarisse del Monastero di S. Maria che anche se prese all’improvviso, non hanno mancato di regalarci un pò del loro tempo e della loro grande saggezza. Grazie a Sergio, a Claudia che in pigiama è scesa in strada per fermarci e darci le
chiavi del piccolo oratorio delle Moline. Un vero gesto di amore, di attaccamento, di voglia di condividere quel poco di cui si dispone e lo si vuole offrire. Ancora oggi questo gesto al solo pensiero mi commuove.
Grazie a Stefano che abbiamo scoperto anche come artista oltre che vicesindaco e soprattutto amico.
Grazie a Mira Riba che con la sua leggerezza ci ha permesso di visitare il luogo in cui Piergiorgio Frassati passò parte della sua breve vita.
Grazie a Lina, che come sempre al Sant. Di Graglia, ci fa sentire "a casa". A Giuseppe che con grande professionalità ci ha illustrato i misteri della Trappa.
Grazie poi a tutti quelli che ci hanno ospitato mettendo a disposizione le loro strutture : Bruno, Daniela, Clodine, Massimo e Giada, Paola e Tristano, Mauro ed Enzo.
Grazie alle amministrazioni comunali di Postua, Masserano e Sagliano.
Grazie ai sacerdoti che ci hanno accolti e che hanno condiviso un momento di preghiera con noi.
Un ricordo particolare a Rino che quest’anno alla Brugarola non c’era perché è dovuto partire per aprire porte più importanti , non più in questo mondo.
Una preghiera per Renato che ha camminato con noi lo scorso anno e che ci teneva a rivivere l’esperienza.
Spero di non aver dimenticato nessuno.
Ogni volta che porto a termine un Cammino, mi accorgo che arrivare è davvero una triste gioia. Ogni volta che torno, rileggo questa pagina di Lele Viola (La vera storia di san Giacomo san Paolo editore) che riesce ad esprimere in pieno ciò che provo. La voglio condividere con voi.

"Arrivare è una triste gioia. 
 
Non c’è punto di arrivo.
La meta è solo l’illusione di un adempimento, il motivo di una tensione. E’ causa necessaria, non fine di un viaggio. Ogni traguardo è solo un miraggio, l’obbligo di un ritorno, di volgere indietro la schiena.
La cima è solo la triste consapevolezza di non poter andare più oltre. E’ un non luogo. E’ un punto geometrico che non ha dimensioni. Non consente la sosta , tanto meno il mettere radici.
E’ così vuota la soddisfazione della meta raggiunta, così povero l’orgoglio della sfida vinta!
Star fermi o viaggiare, parlare o tacere, ponente o levante, è la stessa illusione. Non si arriva mai da nessuna parte.
Ogni viaggio è una fuga. Giunti in cima è necessario scendere, arrivati non c’è altra via che il ritorno. Ma se per l’andata è sufficiente una meta, per il ritorno occorre una casa, un luogo a cui voler tornare.
La molla del viaggio è una fuga, l’impulso a cambiare. Per tornare sui propri passi occorre la nostalgia di una casa o di un amico. Occorre un vuoto che si possa riempire solo con qualcosa o qualcuno.
L’andare via può essere una scelta, il ritorno è sempre solo una necessità.
Il ritorno è una nostalgia di acque piatte di lago e di terre brulle e sassose, il bisogno di volti e di voci, di stanze imbiancate di calce e ombra di fichi e mimose.
E’ quel desiderio irresistibile di risentire la tua lingua, avere in bocca il gusto aspro del tuo vino e nel naso l’odore della tua terra.
Per poter tornare bisogna avere una storia da portare con sé, una missione compiuta. Bisogna che ci sia un qualcuno che pensiamo ci attenda, qualcuno a cui poter raccontare.
Sovente si parte proprio per allontanarsi da troppe domande a cui non si sa dare risposta….per ritrovarsele poi tutte insieme ad attenderci al nostro ritorno…"
 

Però poi quando tutto si assesta, si ha solo voglia di ripartire, di "sentire " lo zaino, per me sinonimo di Libertà.
BUON CAMMINO A TUTTI
Tonino